Ufficialmente iscritto alla 43esima edizione del Dakar Rally, la gara più estrema ed affascinante di sempre, sto preparando la mia Yamaha 450 ad affrontare il deserto saudita dal 3 al 15 gennaio.
Tantissime le modifiche da fare sul modello base della casa giapponese: i circa 30 litri di serbatoio necessari, lo scarico ribassato, la torre di navigazione con un nuovo design realizzato da RebelXSports, la strumentazione (Speedocap ERTF, pulsantiera e tripmaster Rns, roadbook Migtec), i vari collegamenti per le antenne gps dell’Iritrack e del navigatore ERTF che andrà montato sulle piastre del manubrio, sella realizzata da Selle Dalla Valle, le sospensioni in grado di lavorare al meglio sostenendo circa 150kg di moto, il pistone e la biella rinforzati, i tubi radiatore in silicone, la pompa dell’acqua maggiorata, il radiatore per il raffreddamento dell’olio motore, la frizione completa Rekluse e il paramotore realizzato a mano per proteggere motore e collettori dello scarico ribassato…ma sicuro mi verrà in mente altro da fare per migliorare l’affidabilità della moto e le sue prestazioni.
A circa 4 mesi da uno degli eventi più conosciuti nel panorama mondiale, mi sto allenando per arrivare alla partenza nella miglior forma fisica e mentale possibile: tanto motocross con la mia YZ450F e a volte con la WR450F da rally (per abituarmi al peso della moto e ai diversi tempi di reazione) cercando di cambiare spesso pista in modo da non essere mai a mio agio al 100% con il tracciato, tanta bici e palestra e qualche uscita in enduro sempre con la moto da rally.
L’obiettivo, l’unico, è quello di portare a termine la gara nella categoria Malle Moto, ovvero senza assistenza: non avrò quindi al seguito un meccanico o un camion ricambi per la mia moto ma avrò solamente una cassa ricambi e, ogni volta terminata la tappa, dovrò sistemarmi la moto da solo: tagliando, filtro aria e un controllo generale nella migliore delle ipotesi.